Carico di lavoro e adattamento

Il corpo umano ha la capacità di adattarsi a un dato stimolo allenante, per cui le prestazioni possono essere modificate in risposta al piano di allenamento. Il tipo di formazione intrapresa può risultare in adattamenti genetici e molecolari molto distinti, che sono alla base dei risultati di performance. Molto importante per ottenere un adattamento sempre maggiore è il carico di lavoro somministrato.

Per raggiungere l’obiettivo primario nello sviluppo degli atleti, che è quello di massimizzare i risultati delle prestazioni attraverso un adeguato stimolo formativo, tutti gli elementi del piano formativo devono essere in linea con il concetto di specificità formativa. Gli allenatori devono considerare la bioenergetica, le caratteristiche meccaniche e di movimento dello sport e mirare a queste aree nel piano di allenamento.

L’individualizzazione del programma di formazione è essenziale al successo del piano. Il carico di lavoro dovrebbe essere basato sulla capacità dell’atleta di tollerare l’allenamento, sulla fase del piano annuale e sul rapporto tra il volume e l’intensità.

Relazione tra carico e adattamento

L’attuazione di un piano di allenamento ben strutturato si traduce in adattamenti fisiologici e psicologici molto specifici che alterano la capacità prestazionale dell’atleta.

Questi adattamenti sono legati a molti fattori, tra i quali i più significativi sono:

  • genetica;
  • stato di salute;
  • storia di allenamento dell’atleta.

Il piano di allenamento è un fattore chiave nel determinare i risultati delle prestazioni, perché i parametri del carico hanno tutti un ruolo significativo nella modulazione degli adattamenti per la performance.

carico adattamento

Di particolare interesse è la relazione tra il dosaggio dell’allenamento e questi adattamenti. I sistemi fisiologici devono essere progressivamente sovraccaricati per indurre gli adattamenti necessari per migliorare le prestazioni.

Il carico del volume (tonnellaggio) nell’allenamento della forza è fortemente correlato agli adattamenti muscolari che si verificano in risposta all’allenamento. Alcuni studi (Froböse e colleghi) hanno dimostrato che maggiore è il carico di volume dell’allenamento, maggiore è lo stimolo per la crescita muscolare e l’adattamento, che alla fine potrebbe avere un profondo effetto sulle prestazioni.

Se il carico di lavoro è troppo elevato può verificarsi una risposta disadattativa che può risultare nel sovrallenamento. Per questo il piano di allenamento deve prevedere variazioni di intensità, volume e frequenza in modo che l’atleta alterni stimolazione e rigenerazione.

L’adattamento positivo allo stimolo allenante aumenta lo stimolo richiesto dall’atleta per il progredire dei risultati. Pertanto, se si incontra nuovamente lo stesso carico di lavoro, si verifica un disturbo fisiologico significativamente inferiore, con conseguente riduzione dell’adattamento fisiologico.

Per continuare a stimolare adeguati adattamenti fisiologici, il carico di lavoro deve essere progressivamente aumentato, come suggerito dalla teoria del sovraccarico progressivo. Inoltre, se il carico di allenamento è notevolmente ridotto, l’effetto dell’allenamento diminuisce con conseguente involuzione dei risultati.

Sebbene sia necessaria una riduzione del carico di lavoro per dissipare la fatica, rimanere in periodi di allenamento sottosoglia per troppo tempo porterà ad una perdita di adattamenti fisiologici ed infine a detraining. Durante il piano annuale se la fase di transizione è troppo lunga e contiene il recupero passivo invece di quello attivo, molti se non tutti gli adattamenti dell’allenamento andranno persi.

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