Obesità infantile

L’obesità infantile è un problema di notevole rilevanza sociale. Il fenomeno, che in Italia colpisce il 25% dei giovani di età compresa tra 3 e 17 anni (uno su quattro), non accenna ad arrestarsi. Questa situazione porterà in futuro ad avere sempre più persone che soffrono di disordini metabolici come diabete ed ipertensione.

L’obesità è il risultato di una cronica disregolazione del bilancio energetico, in pratica si introducono più calorie di quante se ne consumano.

Quando l’assunzione eccede cronicamente la spesa energetica, lo sbilanciamento che ne risulta determina iperplasia e ipertrofia degli adipociti, portando inequivocabilmente ad obesità.

Oltre ai problemi metabolici esistono anche ripercussioni a livello psicologico. Nella società odierna vige il culto della magrezza e l’essere sovrappeso causa insoddisfazione e frustrazione. Questo senso di inadeguatezza può portare a problemi emotivi e psicologici.

Valutazione dell’obesità


Il Ministero della Sanità Italiano definisce obeso un bambino il cui peso supera del 20% quello ideale, e in sovrappeso se lo supera di una percentuale compresa tra il 10% ed il 20%. In alternativa, lo definisce tale quando il suo BMI è maggiore del previsto. La crescita ponderale del bambino viene calcolata facendo riferimento alle tabelle dei percentili, grafici che riuniscono i valori percentuali di peso e altezza dei bambini, distinti per sesso ed età (li abbiamo visti qui Il BMI).

Secondo recenti studi, dal NCHS (Centro Nazionale di Statistiche per la Salute Statunitense), la crescita è nella norma se si pone intorno al 50° percentile, mentre più si supera il valore medio più aumenta il rischio di obesità; pertanto dall’ 85° al 95° percentile il bambino viene definito sovrappeso mentre dal 95° percentile viene definito obeso.

Valutazione dell’adiposità

Per valutare il livello di adiposità abbiamo a disposizione diverse possibilità:

  1. circonferenza vita 5-16 anni: deve essere minore del 90°centile (tabelle di McCarthy);
  2. circonferenza vita >16anni:102cm♂ e 88cm♀ (National Cholesterol Education Program); se si superano questi valori aumenta il rischio cardiovascolare;
  3. rapporto vita/fianchi (se >0.9♂ e >0.85♀ il rischio aumenta);
  4. plica tricipitale: deve essere minore dell’85° centile (tabelle di Tanner).

La circonferenza vita è un indice indiretto del tessuto adiposo profondo o viscerale (adiposità centrale) correlato significativamente al rischio di malattia cardiovascolare nell’adulto, ad un alterato profilo lipidico ed a iperinsulinismo nel bambino.

Il peso, la circonferenza vita, la circonferenza fianchi, il rapporto vita-fianchi, nonché le pliche sottoscapolare e tricipitale sono direttamente correlate con i livelli di colesterolo LDL, trigliceridi e insulinemia.

obesità

Cause

L’obesità infantile ha una genesi multifattoriale; come tale è il risultato di diverse cause, più o meno evidenti, che interagiscono tra loro. In primo luogo, è dovuta ad un’eccessiva e cattiva alimentazione, legata o meno ad una ridotta attività fisica ed a fattori di tipo genetico – familiare. Avere uno o entrambi i genitori obesi comporta un maggior rischio di avere lo stesso problema. Anche la situazione socio-economica ha un ruolo nell’obesità. È stato dimostrato come le famiglie con difficoltà economiche e con basso livello culturale siano più predisposte a questo problema.

Dalle indagini dell’ ISTAT risulta che in presenza di entrambi i genitori in sovrappeso od obesi, la percentuale di ragazzi con lo stesso problema è del 34%. Se il problema dell’obesità riguarda un solo genitore la percentuale è di circa il 25%, mentre scende al 18% se nessuno dei genitori presenta problemi di peso.

Tra i fattori genetici che portano all’obesità dobbiamo ricordare le alterazioni ormonali quali ipotiroidismo o disfunzioni surrenali. Sono tuttavia casi piuttosto rari e rappresentano circa il 5% degli obesi.

L’iperalimentazione nei primi due anni di vita, oltre a causare un aumento di volume delle cellule adipose (ipertrofia), determina anche un aumento del loro numero (iperplasia); da adulti, pertanto, si avrà una maggiore predisposizione all’obesità ed una difficoltà a scendere di peso o a mantenerlo nei limiti, perché sarà possibile ridurre le dimensioni delle cellule, ma non sarà possibile eliminarle.

Oltre all’alimentazione scorretta e squilibrata, non è da sottovalutare, come fattore di rischio, la ridotta attività fisica o la sedentarietà, frutto di uno stile di vita sbagliato.

Dall’Associazione Internazionale per lo Studio sull’Obesità, sono state identificate le principali tendenze sociali che contribuiscono all’aumento dell’obesità infantile:

  • aumento dell’uso di trasporto motorizzato (ad esempio per andare a scuola);
  • diminuzione dell’attività fisica durante il tempo libero e conseguente aumento della sedentarietà;
  • aumento del tempo trascorso davanti la tv;
  • aumento della quantità e varietà degli alimenti grassi ed energetici e relativo aumento della loro pubblicità;
  • aumento dell’uso di ristoranti e fast food per pranzare e cenare, i quali offrono grandi porzioni a poco prezzo;
  • aumento del numero dei pasti durante la giornata;
  • aumento dell’uso di bibite analcoliche dolci e gasate come sostituzione all’acqua.

Esercizio fisico

L’attività fisica è un importante mezzo con il quale possiamo combattere il problema dell’obesità infantile. L’esercizio fisico è di fondamentale importanza per il bambino che cresce, in quanto, oltre a farlo dimagrire, lo rende più attivo, contribuendo a ridistribuire le proporzioni tra massa magra (tessuto muscolare) e massa grassa (tessuto adiposo).
L’allenamento per i bambini della prima età scolare dovrà essere vario ed impostato in maniera ludica. I bambini più piccoli si annoiano facilmente, è quindi necessario tenere alta l’attenzione con attività variate.

La scelta della giusta attività dipende dalle fasce di età. Come detto i bambini della prima età scolare hanno bisogno di stimoli sempre nuovi altrimenti si annoiano. Gli esercizi saranno sempre posti in forma ludica, senza badare alla prestazione. Per i ragazzi della seconda età scolare possiamo andare incontro ad un avviamento sportivo. Possiamo iniziare a lavorare sui gesti motori specifici ed allenare in modo più consistente le capacità condizionali.

Per lasciare meno spazio possibile a tempi morti potrebbe essere utile un lavoro a circuito.

Un esempio di circuito potrebbe essere:

  1. arrampicata ai grandi attrezzi in palestra;
  2. esercizi di controllo del proprio corpo nella stazione eretta bipodale e monopodale su tavola propriocettiva;
  3. esercizi di tenuta a corpo proteso avanti e dietro, in quadrupedia prona o supina in appoggio su un solo arto superiore abbinato all’arto inferiore omolaterale o controlaterale;
  4. saltelli vari (monopodalici, bipodalici o alternati lungo una linea, dentro i cerchi);
  5. esercizi di lancio di forza e precisione con palle di varie dimensioni;
  6. esercizi di corsa veloce;
  7. esercizi che prevedono il correre e lo scavalcare uniti in un unico gesto;
  8. salto della funicella;
  9. esercizi posturali;
  10. salti in estensione e elevazione.

Quello riportato è solo un esempio, l’importante è lavorare sugli schemi motori di base e promuovere uno stile di vita attivo.

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