Le fasi sensibili

Le fasi sensibili sono periodi maturativi delle cellule, geneticamente previsti, che conducono apparati, organi e tessuti alla loro piena maturazione e nei quali i livelli di apprendimento di particolari attività risultano nettamente superiori.

Secondo Spalding esistono schemi di base propri della specie che non richiedono attività per potersi sviluppare. Per esempio bambini tenuti nella culla i primi 3-4 mesi apprendono a camminare autonomamente all’incirca alla stessa età di quelli che sono stati lasciati liberi di provare diverse attività di movimento.

Le differenze di efficienza motoria e fisica sono poco rilevanti se si confrontano bambini di 4 anni che hanno avuto specifiche attività motorie, ma tali differenze aumentano poi con l’età, fino a diventare rilevanti nelle età successive. Nello sviluppo motorio prevale inizialmente una componente maturativa che a partire dalla seconda infanzia (6-11 anni) è sempre più influenzata dai fattori di apprendimento costituiti dalle attività motorie (A. Salvini – 1987).

Uno studio di Mc Graw (1933) effettuato su gemelli monozigoti da 0 a 6 anni, di cui uno sottoposto a significative attività motorie, l’altro libero, constatò che nel confronto delle prestazioni in diverse età, le attività fatte svolgere intenzionalmente durante i periodi sensibili di maturazione “non influiscono più di tanto sullo sviluppo filogenetico (evoluzione storica di un animale) dei movimenti, mentre influiscono grandemente e in tempi medio lunghi sullo sviluppo ontogenetico (processo di sviluppo di un organismo) degli stessi”.

Riassumendo possiamo affermare che determinati apprendimenti, frutto di attività il cui carico sia significativo e appropriato, risultano necessari nelle fasi sensibili di maturazione se si vuole ottenere lo sviluppo ottimale di tutte le capacità dell’individuo.

Al contrario, attività tendenti ad accelerare la maturazione risultano poco incidenti.

Caratteristiche delle fasi sensibili

I periodi ontogenetici (processi di sviluppo di un organismo) nei quali c’è un’allenabilità molto favorevole per una determinata capacità motoria vanno considerati fasi sensibili per quella capacità. Non esiste una fase sensibile generale, cioè valida per tutte le capacità. Per questo motivo, tassi notevoli d’incremento in una capacità possono rappresentare un’indicazione dell’esistenza di una fase sensibile per quella capacità. In ogni caso però c’è da dire che non tutti gli incrementi elevati di prestazione provano l’esistenza di una fase sensibile.

Ad ogni modo l’allenamento sulle capacità va particolarmente accentuato nelle rispettive fasi sensibili ricordando che lavorare nelle fasi sensibili non significa allenamento unilaterale. Naturalmente è possibile, e necessario, allenare anche al di fuori delle fasi sensibili.

Weineck distingue l’età evolutiva in sette fasi:

  • Prima infanzia: da 0 a 1 anno
  • Infanzia: da 1 a 3 anni
  • Età prescolare: da 3 a 6-7 anni
  • Prima età scolare: da 6-7 a 10 anni
  • Seconda età scolare: da 10 a 12-13 anni
  • Prima età puberale: da 11-12 a 13-14 anni (femmine) e da 12-13 a 14-15 anni (maschi)
  • Seconda età puberale o adolescenza: da 13-14 a 17-18 anni (femmine) e da 14-15 a 18-19 anni (maschi).

Le notevoli possibilità di variazione nello sviluppo individuale, nei due sessi e le numerose divergenze tra studiosi consigliano di non fissare fasi sensibili troppo ristrette, rigide e statiche, ma di preferire una loro classificazione per grandi linee (l’età cronologica non sempre corrisponde a quella biologica).

Di seguito viene illustrata la tabella di Martin dove ad ogni capacità corrisponde un’età ideale per il massimo sviluppo.

fasi sensibili
Tabella di Martin 1982

Prima infanzia – Infanzia

Nella prima infanzia il bambino impara a camminare, funzione centrale di questo periodo, che ha un’importanza vitale nello sviluppo motorio, cognitivo e dell’integrazione sociale.

Tale apprendimento non ha interesse dal punto di vista allenante e lo sviluppo ottimale è demandato ai genitori.

Età prescolare

L’età prescolare è un periodo di grande impulso al gioco. In tale periodo si sviluppano enormemente la fantasia e l’apprendimento. In questo periodo prevale la scarsa capacità di concentrazione dovuta alla forte prevalenza dell’eccitazione sull’inibizione. È un periodo fortemente emotivo e si ha uno sviluppo dell’emotività ma non in maniera razionale.

A questa età si formano i primi approcci sociali dove il movimento diventa un mezzo fondamentale nei rapporti che si instaurano. È un periodo particolarmente favorevole all’acquisizione delle abilità e le attività sportive devono essere di tipo prettamente ludico.

Prima età scolare

Questa fase rappresenta un periodo di grande irruenza, che progressivamente si normalizza e si sviluppa un grande interesse allo sport.

L’età è ottima per l’apprendimento delle abilità, ma non c’è una grande capacità di fissare i movimenti già appresi per il prevalere ancora dei processi di eccitazione su quelli di inibizione.

In questo periodo si può avere un grande miglioramento delle capacità coordinative e delle tecniche di base e per far questo è necessaria una formazione polisportiva.

Dal punto di vista fisiologico è un periodo di proceritas, cioè un periodo dove abbiamo un prevalente sviluppo staturale.

Seconda età scolare

Questo è un periodo di grande importanza dal punto di vista sportivo, in cui l’apprendimento si sviluppa per intuito. Fisiologicamente si ha una fase di turgor (prevalente sviluppo ponderale), in cui migliora sensibilmente il rapporto peso/forza.

La stessa forza ha un incremento notevole e il suo sviluppo permette un maggior controllo del proprio corpo. Si ha inoltre un forte sviluppo delle capacità coordinative dovuto alla grande maturazione degli analizzatori.

Tutti questi fattori comportano un ottimo apprendimento e un maggior controllo dei movimenti difficili, costituendo una fase chiave per il raggiungimento della maestria motoria.

In questo periodo non va ricercata la grande varietà di movimenti appresi approssimativamente, ma le abilità motorie vanno perseguite in maniera precisa. In altre parole vanno appresi i movimenti con precisione, evitando l’automatizzazione di movimenti errati.

Prima età puberale

Fisiologicamente è un secondo periodo di proceritas, in cui si sviluppa in maniera esplosiva la sessualità.

Questo periodo è a cavallo tra la fase preadolescenziale e l’inizio del periodo di adolescenza, dove i ragazzi presentano in genere labilità psichica e ormonale.

C’è nel ragazzo una forte ricerca di autonomia specie nei confronti dell’autorità parentale e conflittualità con gli adulti e ricerca del rapporto con i coetanei.

L’interesse verso lo sport decade in favore di altri interessi, particolarmente importanti per un soddisfacente rapporto sociale.

A causa del nuovo aumento di statura e degli arti si ha un processo di rielaborazione dello schema corporeo ed un peggioramento della coordinazione e riduzione delle capacità coordinative che devono approdare ad una stabilizzazione.

D’altro canto però abbiamo un forte miglioramento delle capacità condizionali e conseguentemente una loro maggior allenabilità.

Questo periodo necessita una grande comprensione per mantenere e stabilizzare la motivazione allo sport.

Seconda fase puberale o adolescenza

Rappresenta un secondo periodo molto importante dal punto di vista sportivo, essendo la seconda età aurea per l’apprendimento sportivo.

In questa fase abbiamo la fine dello sviluppo biologico, caratterizzato da un’ultima fase di turgor, che tende a riarmonizzare le proporzioni; è una fase di grande sviluppo delle capacità coordinative e della forza che comporta notevoli progressi nella prestazione.

I ragazzi raggiungono un maggior equilibrio psichico ed una stabilizzazione ormonale, si sviluppa la formazione della personalità ed una crescente integrazione sociale.

In ambito sportivo l’allenamento si sviluppa con una sempre maggior quantità di volume ed intensità, metodi e contenuti utilizzati sono simili a quelli dell’adulto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

1 di