La teoria della supercompensazione

La teoria della supercompensazione chiamata anche teoria a fattore unico rappresenta un modello semplice che cerca di spiegare il processo di sviluppo dei fenomeni di adattamento provocati dall’allenamento.

Teoria a fattore unico

Nel processo di supercompensazione vengono distinte due fasi: fase del carico e fase del recupero. Dopo la fase di carico l’organismo presenta una diminuzione transitoria della capacità di prestazione sportiva, mentre nella fase di recupero abbiamo una risalita che supera il livello iniziale.

Un esempio di supercompensazione riguarda le sostanza biochimiche. Dopo una sessione di allenamento si verifica la deplezione di sostanze come il glicogeno e la fosfocreatina, dopo il periodo di recupero i valori di quelle sostanze aumentano, fino a raggiungere valori superiori a quelli iniziali. In questo modo l’organismo si prepara a far fronte ad eventuali stimoli.

supercompensazione

Se gli intervalli di tempo tra le sessioni sono troppo brevi, il livello di prestazione sportiva diminuisce in quanto l’organismo non ha tempo a sufficienza per recuperare; se l’intervallo di tempo risulta essere eccessivo la capacità di prestazione rimane invariata. Stimoli allenanti eccessivi portano ad una condizione definita superallenamento (Overtraining e overreaching), mentre stimoli insufficienti producono disallenamento cioè perdita degli adattamenti ottenuti.

Per aumentare costantemente la condizione dell’atleta è fondamentale dare il giusto stimolo al momento giusto.

Il processo di supercompensazione riguarda i processi metabolici come la risintesi delle riserve energetiche, le proteine enzimatiche e strutturali, i mitocondri ed i neurotrasmettitori.

Il processo di supercompensazione riguarda i vari sistemi biologici dell’organismo; dobbiamo precisare che strutture biologiche diverse hanno bisogno di periodi di recupero diversi. La diversità del tempo viene definita eterocronia.

L’eterocronismo non riguarda solamente le differenti strutture biologiche, anche i singoli muscoli hanno diversi tempi di recupero dovuti principalmente alle loro dimensioni ed al tipo di fibre che li costituiscono.

La teoria della supercompensazione ci spiega dunque il motivo degli adattamenti dell’organismo agli stimoli allenanti, non è comunque chiaro quale criterio applicare per determinare quale sia l’intervallo di tempo ideale tra le sessioni di allenamento.

Teoria a due fattori

La teoria a due fattori si basa sul presupposto che il potenziale di prestazione dell’atleta non è stabile ma varia nel tempo. Lo stato di preparazione comprende due componenti:

  • fitness o condizione fisica, si riferisce alle componenti motorie che variano lentamente;
  • fatica, componente che cambia velocemente.

Secondo questa teoria, gli effetti immediati successivi a una sessione di allenamento rappresentano la combinazione della fatica e il miglioramento della condizione indotto dalla sessione. Al termine della seduta lo stato di preparazione dell’atleta aumenta grazie al miglioramento della fitness, e peggiora a causa della fatica. In pratica il miglioramento non è visibile nell’immediato in quanto mascherato a causa della fatica. L’effetto della fatica nasconde il miglioramento della condizione in quanto di entità maggiore seppur di breve durata, al contrario il miglioramento è di scarsa entità ma di lunga durata.

teoria supercompensazione

Si presume che il rapporto tra durata del miglioramento della fitness e durata dell’effetto della fatica sia di tre a uno; la durata della fatica è tre volte più breve.

Conclusioni

La teoria a fattore unico cerca di spiegare come avvengono gli adattamenti dell’organismo in seguito alle sedute di allenamento, valutando il recupero dei vari sistemi biologici. Il modello presenta gravi lacune in quanto riduce i processi adattivi biologici ad una sola curva. Non è possibile programmare gli allenamenti basandoci su questa teoria che non tiene conto dell’eterocronismo dei vari sistemi biologici.

Il modello della teoria a due fattori è sicuramente più preciso della teoria della supercompensazione ma anche questo modello nella pratica risulta difficilmente applicabile.

Questa teoria viene utilizzata dagli allenatori principalmente per programmare gli allenamenti prima di una competizione, durante la fase di tapering.

Nella fase di tapering dobbiamo utilizzare alti carichi per ottenere il picco di forma (peaking) ma allo stesso tempo la fatica di questi allenamenti è elevata. Drenare la fatica per avere il massimo della forma in gara è un arte, i modelli appena visti possono servire semplicemente come linee guida.

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