Tipologia di tensione e lavoro muscolare

Per effettuare un movimento i muscoli esercitano una forza sulle ossa dove si inseriscono facendo muovere una o più articolazioni. Quando un muscolo si contrae produce un lavoro ed una tensione muscolare specifica.

Lavoro muscolare

Il lavoro che esercita un muscolo può essere di quattro tipi:

  • concentrico, detto anche superante o vincente;
  • eccentrico, detto anche cedente o frenante;
  • isometrico o statico;
  • combinato.

Il lavoro concentrico permette di spostare il proprio corpo o vincere resistenze esterne grazie all’accorciamento delle proteine contrattili. Nel lavoro eccentrico il muscolo produce forza allungandosi. Nel lavoro statico si ha il mantenimento di una determinata posizione, il muscolo si contrae ma senza modificare la sua lunghezza. Il lavoro combinato è il risultato della combinazione dei lavori appena descritti.

tensione muscolare

Tensione muscolare

La tensione muscolare viene distinta in:

  • isotonica;
  • isometrica;
  • auxotonica;
  • isocinetica;
  • desmodromica;
  • reattiva.

Nella tensione muscolare isotonica gli elementi contrattili del muscolo si accorciano mentre le componenti elastiche non cambiano di lunghezza, si produce così un accorciamento visibile del muscolo.

Nella tensione muscolare isometrica si produce una contrazione delle proteine contrattili ma gli elementi elastici (fibre elastiche nei tendini, nel tessuto connettivo e proteine elastiche tra le miofibrille) si allungano per cui non è visibile l’accorciamento del muscolo.

La tensione muscolare auxotonica è una combinazione di tensione isometrica ed isotonica, ed è anche la forma più frequente di tensione che si riscontra nella pratica sportiva.

Nella tensione muscolare isocinetica la velocità del movimento e la resistenza rimangono costanti durante tutto il movimento, questo lavoro è reso possibile esclusivamente dall’uso di particolari macchinari che garantiscono l’adeguarsi della resistenza alla variazione del rapporto tra le leve.

La tensione desmodromica è affine al lavoro isocinetico. In questo tipo di contrazione si ha un passaggio graduale da lavoro dinamico negativo a lavoro dinamico positivo, la velocità di movimento viene prefissata meccanicamente. Il muscolo impegnato non ha la possibilità di rilassarsi nel punto di inversione del movimento, anche questo tipo di lavoro viene svolto su costosi macchinari.

La tensione muscolare reversibile è data da un brusco cambiamento di contrazione da eccentrica a concentrica. Questo repentino cambio di tensione attiva il riflesso miotatico (ciclo allungamento-accorciamento) e le componenti elastiche del muscolo permettendo la generazione di una alto livello di forza.

Esempi di tensione muscolare

Facciamo ora qualche esempio pratico per comprendere meglio. Immaginiamo di svolgere una flessione del gomito con un peso in mano (esercizio denominato Curl), se portiamo il peso dalla posizione di riposo con l’avambraccio lungo il corpo alla posizione di massima flessione abbiamo generato una contrazione isotonica con un lavoro di tipo concentrico. Se adesso abbassiamo il peso lentamente stiamo generando ancora una tensione isotonica ma con un lavoro eccentrico.

Se invece prendiamo un peso e lo teniamo fermo per un tempo X con un angolo di 90° tra braccio ed avambraccio stiamo generando una contrazione isometrica o statica.

Un semplice esempio di tensione auxotonica lo abbiamo quando utilizziamo un elastico. In questo caso abbiamo una tensione variabile che aumenta all’aumentare dell’allungamento dell’elastico.

Le tensioni isocinetiche e desmodromiche sono rese possibili soltanto dall’uso di macchinari specifici, non esistono movimenti sportivi con queste caratteristiche. Il lavoro isocinetico risulta molto interessante nella fase di riabilitazione.

Un esempio di tensione muscolare reattiva è data dall’esercizio denominato drop jump, dove l’atleta compie un salto verticale saltando prima in basso da una determinata altezza. Nella fase di atterraggio si sviluppa una contrazione eccentrica che viene immediatamente invertita in contrazione concentrica sfruttando il ciclo allungamento-accorciamento.

Un altro esempio per gli arti superiori sono i lanci. Nel lancio del giavellotto i muscoli della spalla vengono da prima allungati e successivamente accorciati sviluppando così maggior forza per il lancio.

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