Carico esterno e carico interno

In alcuni vecchi articoli abbiamo descritto il carico di allenamento, abbiamo visto cos’è, come variarlo (Metodi per aumentare il carico di allenamento) e gli adattamenti che provoca (Carico di lavoro e adattamento). In aggiunta a questo è necessario fare una distinzione tra carico esterno e carico interno.

Differenza tra carico esterno e carico interno

Per carico esterno si intende una funzione del volume e dell’intensità dell’allenamento. Il carico esterno si basa sulle relazioni tra i parametri di allenamento dello stimolo formativo. Questi fattori sono facilmente monitorati e l’allenatore dovrebbe tenere un registro dettagliato di ciò che è stato realizzato. Il carico esterno suscita gli adattamenti fisiologici e psicologici che si verificano a seguito del piano di allenamento.

Queste risposte individuali sono considerate il carico interno e sono espressi come grandezza della fatica provata dall’atleta.

carico esterno interno

L’entità e l’intensità del carico interno sono risultati diretti del carico esterno che viene applicato durante il piano di allenamento. L’applicazione dello stesso dosaggio esterno non comporta sempre lo stesso risultato fisiologico e psicologico. Le risposte interne alla formazione sono una funzione della risposta del singolo atleta al dosaggio esterno applicato; ciò significa che la risposta interna può essere stimata solo in termini generali. La risposta interna può essere monitorata utilizzando registri e diari di allenamento e svolgendo periodicamente test fisiologici e psicologici.

Vediamo qualche esempio per meglio comprendere. Nell’allenamento della forza il carico esterno è rappresentato dal peso sollevato (tonnellaggio), mentre nell’allenamento della resistenza è dato dalla velocità e dalla distanza percorsa.

Il carico interno rappresenta lo stress che subisce l’organismo. Il carico interno è variabile e risponde ai livelli di fatica accumulata. Un medesimo carico esterno svolto in diversi giorni può determinare un diverso carico interno. Il carico interno viene valutato sia in maniera soggettiva sia in maniera oggettiva.

Per la valutazione soggettiva si utilizzano le scale di autovalutazione come la scala RPE, mentre per la valutazione oggettiva si prendono in considerazione i parametri ematici e la frequenza cardiaca (TRIMP).

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